“Quando Steve Jobs presento’ il mio video…” Enza Sebastiani, una filmmaker ad Apple

Enza Sebastiani

Enza Sebastiani

Partecipare ad una presentazione del leggendario Steve Jobs, fondatore di Apple, con migliaia di persone. Vedere sullo schermo alle sue spalle un fotogramma del proprio video, sentire Jobs che lo presenta, dicendo che e’ stato realizzato da una persona “molto dotata”. Anche se non ne fa il nome.

E’ quanto accaduto a Enza Sebastiani, filmmaker romana, in California dall’inizio degli anni Novanta, da poche settimane QA Engineer per il Consumers Applications Team ad Apple, dove e’ stata a lungo consulente nel settore video.
Qui e qui i suoi lavori.
Qui invece Enza in una divertente parodia sexy, “Parah Salin” e una sua campagna pubblicitaria per i gelati di Ben & Jerry, AmeriCone Dream che ha chiamato “There Is No Spoon”.

DUE MONDI DA ROMA A LOS ANGELES – Sono venuta da Roma in California nel dicembre del 1991 con la speranza di fare la scuola di cinema e fare film. La Ucla (University of California, Los Angeles) aveva il numero chiuso in cinematografia, cosi’ intanto ho studiato English for Professional Communications, e corsi come sceneggiatura, montaggio, improvvisazione teatrale e persino tiro con l’arco arco, nell’incredibile campus dell’Ucla, che sembra uscire da un libro di Harry Potter. Belle esperienze, ma tra Roma e Los Angeles ci sono stati di mezzo diversi pianti. Due mondi. Mi piaceva andare in bicicletta e camminare, ma a Los Angeles non camminava nessuno e mi guardavano dalle loro macchine come un marziano. Pero’ il sogno non e’ mai svanito.

DA HOLLYWOOD AD APPLE – Per vivere a Los Angeles devi esserci nato… io ci sono rimasta sino a fine 1992, trasferendomi poi a San Francisco, che avevo visto da turista, innamorandomene. Ho studiato cinema al San Francisco City College e intanto scrivevo e giravo i primi cortometraggi in Super 8 e 16 millimetri. Poi sono tornata a Los Angeles, dove ho fatto uno stage lavorando nella produzione di Propaganda Film (“1000 Acres”). Era il 1996, allora si giravano video musicali e film in 35 millimetri, riprendendo simultaneamente in analogica per far vedere al regista cosa si stava girando. Gestivo il deck analogico sul set.
Negli ultimi 10 anni tutto e’ cambiato, in digitale.
Fra 1996 e 1999 ho anche fatto provini, fra una produzione e l’altra, lavorando in video musicali, pubblicita’, TV sitcom (News Radios) e in un bel film di Hbo, “Wallace”, su George Wallace, senatore dell’Alabama, interpretato da Gary Senise.
Tornata a San Francisco, i miei amici italiani Francesco e Luigi, del ristorante Il Fornaio erano andati tutti alla sede Apple di Cupertino a gestire il Cafe’ Mac su richiesta personale di Steve Jobs, il CEO di Apple. Mi chiesero di aiutarli nella gestione del locale, dove i clienti sono passati da 150 a 1.600 al giorno. E in tre mesi ho conosciuto tutti, compreso Steve Jobs, che veniva spesso a mangiare li’. E’ cosi’ che sono stata assunta come Advertising Budget Coordinator.

STEVE JOBS PRESENTA IL MIO FILM – In quel 1999 Jobs aveva introdotto iMovie, il software che ha rivoluzionato il mondo del montaggio digitale. Quando ho visto per la prima volta la presentazione di iMovie fatta da Steve e ho visto quanto era facile fare una dissolvenza mi sono venute le lacrime, pensando ai nostri film in superotto, fotogrammi piccolissimi, mi ci ero persa gli occhi a lavorarci, una dissolvenza era difficile e per un effetto di qualsiasi tipo dovevi fare tutto in manuale… mi sono detta: basta, ora devo cominciare a fare tutti quei progetti che non ho mai iniziato per questione di budget. Sono stata una pioniera del digitale. Anche se e’ considerato un consumer product, iMovie ti permette di fare tanto. Con l’ultima generazione appena introdotta iMovie 8.0 sta veramente diventando qualcosa di magico. E’ nel pacchetto iLife ’09, ho lavorato su questo prodotto come QA engineer per un anno. Ma il software professionale di montaggo di Apple e’ Final Cut Pro, che ti permette di creare un intero lungometraggio, come hanno fatto i fratelli Coen con “Non e’ un Paese per vecchi” o “Brokeback Mountain” diretto da Ang Lee.
Nel Novembre del 2000 ho girato in 35mm un cortometraggio, “Swing Dance” che scrissi per due motivi: l’amore per la danza e la vita in genere, ma anche per mostrare come e’ facile creare video sul Mac. Convertii il filmato in digitale, lo importai poi lo montai con iMovie, lasciandone una copia alla segretaria di Steve Jobs, come “regalo di Natale 2000”. Senza ottenere risposta. Poi mi arrivo’ l’invito alla presentazione innaugurale di Macworld 2001 al Moscone Center di San Francisco, dove 5000 persone fra stampa e VIP si vedono rivelare le nuove generazioni di hardware (computers) e software (programmi) disegnati e prodotti proprio qui alla Apple.
Steve ha un carisma unico, un’energia travolgente che ti porta dentro al pianeta Apple, facendoti capire l’importanza della tecnologia su un piano creativo e di business. E quella volta, mentre parlava di un sistema rivoluzionario per distribuire video, chiamato iDVD, sullo schermo appare un fotogramma del mio video, “Swing Dance”. Durante la sua presentazione ad un certo punto fa vedere uno spezzone del mio filmato dicendo: “Questo e’ stato fatto con iMovie, su un Mac by da una dipendente Apple mollto dotata”. Grande emozione. Anche se Steve non mi ha neanche nominata per via di Public Relations e di strette corporate policies… Chi ricorda il film “Almost Famous”? Ma poco dopo fui invitata da Steve Jobs a lavorare nel suo Product Marketing Team come Video Communications Specialist, per monitorare, aiutare a migliorare e incrementare l’uso di iMovie.
Uno dei progetti che ho disegnato e che e’ stato adottato subito, e’ stata l’“iMovie Gallery”, l’antenato di Youtube, una galleria virtuale su apple.com che ospitava video e commenti di utenti Apple. Il 14% del traffico totale di apple.com veniva generato prioprio dall’iMovie Gallery. In meno di 3 mesi la data base aveva oltre 10.000 utenti attivi.
Un altro progetto che atterro’ sulla mia scrivania e’ stata la produzione di un video sul Firewire su richiesta dell’Academy Awards di Hollywood, per la categoria “Technology” che Apple ha vinto diverse volte. Nell’arco di 48 ore completai il breve documentario, girando l’intervista con il Vice Presidente di Ingegneria (Steve non voleva essere in video) e terminai il progetto su Final Cut, spedendolo via Fed Ex appena in tempo per la cerimonia.

TV ITALIANA NEGLI USA – Nel frattempo ho continuato a realizzare filmati, molti per la SVIEC (Silicon Valley Italian Executive Council) e per la EAAEV (Electric Auto Association – Silicon Valley Chapter). Ho prodotto un centinaio di cortometraggi, pubblicita’, music videos e documentari: da “Ninfa: Un’Oasi Romana” premiato al Film Festival di Pechino, a “Long Live the Bald Eagle” sulla vicina estinzione totale delle aquile calve. E di recente un documentario sulla campagnia elettorale Americana per la candidatura alla vice presidenza del Governatore dell’Alaska Sarah Palin che ho girato in SD, montato in Final Cut e proposto al RIFF, Roma Independent Film Festival. Ho anche realizzato un film sulla prima parata storica di machine eletriche che si e’ tenuta a Santa Monica, California lo scorso 17 gennaio.
Fare regia e riprese in HD mi piace da impazzire. Fare montaggio sul Mac e’ una favola…
Ma senza sponsor e’ difficile lavorare. Per due anni ho realizzato programmi su cultura, sport italiani, arte e interviste locali a VIP della comunita’ italo-americana, montando da notiziari della Rai e da altri programmi locali, per una trasmissione settimanale, Amici TeleNews, su Canale 26 che si vede in tutta la Bay Area e Sacramento. Dopo due anni, quando Canale 26 ha chiesto un’aggiustamento della rata per la messa in onda, la Rai ha tagliato i finanziamenti e tutto si e’ interrotto.

ITALIANI E CREATIVITA’ – . Forse la personalita’ conta piu’ della nazionalita’. Ad Apple ho avuto l’occasione di lavorare con ingegneri di diverse nazionalita’, fra i quali un indiano dalla creativita’ incredibile. Ma una costante che noto negli italiani qui alla Apple e’ proprio che sono tutti estremamente creativi. Vengono da un background di musica, cinema, o matematica. E la creativita’ artistica aiuta molto, nel software. Se c’e’ un problema tecnico, chi e’ creativo trova prima la soluzione, rispetto a chi sa cercarla solo applicando una serie di protocolli. Seguire le procedure del manuale non e’ tutto quel che puo’ fare un montatore o disegnatore di motion graphic. Specie se ha un cliente che gli soffia sul collo chiedendo in un quarto d’ora un 3D logo da presentare… il modo in cui gli ingegneri italiani guardano al software e’ proprio pensando al cliente e questo e’ fondamentale, perche’ puoi fare il prodotto piu’ bello della Terra ma se l’utente non lo sa usare… non viene utilizzato e il software viene tagliato dalla produzione.

ITALIA E USA – Quando torno in Italia, vedo un Paese che avrebbe tantissime possibilita’ di insegnare al mondo. Ma non sa gestire i suoi gioielli. Penso all’assistenza sanitaria e sociale, ad esempio. Qui in America se stai male e non hai assicurazione sei morto. Non hai un lavoro o una polizza? La gamba rotta te la riporti a casa. Mentre mio padre e’ stato per mesi al San Camillo a Roma, incontrando medici e infermiere…angeli, che facevano tre, quattro turni, che l’hanno riportato in vita sessanta volte… Continuando a lavorare sotto turni stressanti per mancanza di budget…

MERITOCRAZIA NEGATA – In Italia, sul lavoro invece sembra che quel che si sa fare non conti. Quando ho provato a rientrare a Roma, per via di mio padre, con l’esperienza che avevo, nemmeno rispondevano alle mie richieste di lavoro. Unica eccezione la Notte Bianca, grosso evento estivo, in cui ho fatto regia, riprese e montaggio per “L’altra faccia del mondo” uno spettacolo teatrale di narrativa su diari di viaggi di grandi scrittori, poeti e artisti fermatisi alla Palazzina di Villa Borghese a Roma, oggi sede dell’Istituto Geografico Italiano.

DONNE AL LAVORO – Ad un colloquio di lavoro in Italia, mi era capitato di sentirmi domandare se ero sposata, se avevo figli e se ero disposta a viaggiare con il vicedirettore.. “Devo anche mettermi la minigonna?”, avevo risposto. Qui negli Usa, ti farebbero causa. Domande sullo stato civile non sono ammesse, la privacy e’ molto tutelata. Ci sono molte piu’ restrizioni e un ingegnere che ti mette la mano sul sedere non c’e’, perche’ senno’ gli fai causa e l’azienda sborsa milioni… anche se ci sono donne che si sono trovate in condizioni antipatiche… ci sono tutele, tuttavia una vera parita’ e’ ancora lontana. Ci sono siti su cui si puo’ verificare che a parita’ di mansioni, il salario di una donna e’ dal 20 al 40% inferiore a quello di un uomo. Pian piano le donne stanno cercando di emergere anche nel campo della tecnologia. Che nel complesso pero’ resta ancora prevalentemente maschile.

IL FUTURO – Mentre il lavoro ad Apple e’ divenuto a tempo pieno, continuo anche a scrivere e produrre films che mando a film festival, sognando l’Oscar alla regia che forse arrivera’ uno di questi anni … Spero che l’economia si riprenda qui in California e che Obama riesca a mettere in atto i suoi piani di recupero dopo 8 anni di Dottrina Bush che ha portato questo grande paese, l’America, alla bancarotta.

3 Comments

  • Enza on 17 Marzo 2009

    Roberto: Your Rock!
    Grazie di cuore!
    Enza

  • DaN on 18 Marzo 2009

    Bellissimo post!
    Molto positivo e, nonostante la lunghezza, si fa leggere tutto quanto.
    Non so se all’estero il mio lavoro e le mie capacità sarebbero meglio riconosciute, come sento troppo spesso dire, ma so che in Italia è durissima e si rischia di perdersi per strada. Spero di tenere duro e continuare a fare il lavoro che amo.
    In bocca a lupo!

  • Roberto on 24 Marzo 2009

    Grazie Daniele!
    Conto su tuoi suggerimenti e critiche per questo che sta per diventare un progetto multimediale (Libro, video, sito e conferenze interattive, video su YouTube ecc.)

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