IdF, le radici. A Mestre una corte dedicata a Gibo, grande cronista. Mio padre

Cosa c’entra una bella pizzetta restaurata a pochi chilometri da Venezia con Italiani di Frontiera?

Certo, corte Bonzio a Mestre, mia citta’ natale, e’ dedicata alla memoria di Giovanni “Gibo”, grande cronista, mio padre. Morto nel 1981, l’anno in cui io sono diventato giornalista, senza aver mai visto un computer in redazione. Per qualche anno ancora resistettero le leggendarie Olivetti, macchine da scrivere monumentali quelle in ufficio, un gioiello di leggerezza e design la “Lettera 22” che ancora ho a casa. L’odore del piombo caldo e dell’inchiostro tra le linotype della tipografia, prima della fotocomposizione, e’ un ricordo evocativo. Ma prima ancora, lo erano i nomi di citta’ misteriose, “Otranto, Zara, Domodossola…” che mio papa’ pronunciava velocissimo nello spelling dei nomi al telefono, dettando da casa i suoi pezzi ai dimafonisti. Giornalismo dei bei tempi andati, quello che consumava le scarpe si marciapiedi ed era meno frenetico e approssimativo di quello di oggi? Mica tanto, aveva detto Gian Antonio Stella, firma del Corriere, al convegno in memoria di Gibo dieci anni fa. Quello poteva essere un giornalismo ancora piu’ conformista e ottuso, capace di ignorare per convenienze politiche drammi storici, come l’esodo dei profughi istriani. O di aprire una pagina con gli appuntamenti dell’onorevole Bisaglia…

La differenza

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