Addio a Dario Barezzi, prezioso amico e regista eccentrico, vero Italiano di Frontiera in patria

Di cosa c’è bisogno, oggi più che mai, per immaginare un futuro migliore, più equilibrato, consapevole, innovativo?
Secondo me, di generosità, altruismo, passione, creatività, curiosità, conoscenza, memoria… unite a un pizzico di follia. E a un sano senso dell’umorismo.
Sono le doti di cui era ricchissima una persona preziosa, alla quale oggi, abbiamo dato l’addio al Niguarda, con Germano Lanzoni, (per anni irresistibile  Disturbatore Anonimo degli eventi Italiani di Frontiera, prima del successso come Milanese Imbruttito) e altri amici.
Autore, produttore e regista televisivo, Dario Barezzi ha lasciato un segno profondo in chi ha avuto la fortuna di incrociarlo.
Dario l’avevo conosciuto sul palco di un evento di cui era regista. Era stato assai generoso anche con Italiani di Frontiera, invitandomi più volte in Rai per presentarmi ai suoi amici più cari. Coltissimo e folle, non c’è stata volta in cui risentendoci lui non mi abbia preannunciato… il suo imminente trasferimento in California! Sarebbe stato divertente portarcelo, col suo fisico impotente che rendeva ancora più spiazzante la leggerezza, il distacco con cui dava prova di una profondità d’intelligenza e di animo stupefacenti.
Oggi con in sottofondo le note di Nino Rota per Fellini, in primo piano la sua sedia da regista e il suo megafono, ci siamo ritrovati per rendergli omaggio. Al momento di ricordarlo all’aperto, il diluvio che imperversava pochi secondi prima si è interrotto. E uno dei suoi amici più cari ha colto il nesso col film che più amava Dario, “Frankenstein Junior”: “Potrebbe andar peggio, potrebbe piovere…” E invece magicamente la pioggia era sparita. Dario sapeva eccome lanciare segnali unici.
Continuerà a farlo, amico indimenticabile, emozionandoci lieve da una nuvola.
Grazie ad Astrid Fiorella, che mi ha fatto conoscere Dario, che come me adorava. E che mi ha dato la triste notizia della sua scomparsa.
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