In quel quadro che tutti conoscono, una storia drammatica di emigrazione dal Veneto alla California. Che pochi conoscono

Quest’anno avrebbe compiuto un secolo. Ma se n’è andata nel giugno 2014, trent’anni dopo aver svelato, con un viaggio dalla nativa California al Veneto terra dei suoi sfortunati genitori, un mistero incredibile e suggestivo. Riguardava la sua famiglia, l’emigrazione italiana con i suoi drammi. Era racchiuso in un’immagine che tutti conosciamo, ignorandone i segreti.

A 64 anni, nel 1984, per la prima volta a Venezia da dove i suoi erano partiti, suor Angela Marie Bovo, nata a Oakland, California, finalmente capì.

Capì chi erano i genitori che lei e i suoi nove fratelli avevano perso.

Capì il significato di quella strana posa nell’ultima foto della vecchia mamma, che strana lo era da tanto tempo, quasi mezzo secolo trascorso in ospedali psichiatrici, la mente sconvolta dal trauma di un marito morto lasciandola con dieci bocche da sfamare, in un Paese in cui lei non apriva bocca perché non ne parlava la lingua.

E capì grazie a un quadro, che tutti conosciamo.

Come i fratelli, Angela Marie Bovo era cresciuta in orfanotrofio, prima di prendere i voti e farsi suora. Ma non aveva mai rinunciato a cercar di scoprire le proprie radici. Qual era la storia di quella mamma, partita giovanissima col marito dall’Italia e impazzita dopo una tragedia familiare? E c’erano ancora parenti oltreoceano che potessero aiutarla a scoprire quella storia?

Nata nel 1920, Angela Marie Bovo aveva preso i voti a diciannove anni e per 35 anni si era dedicata all’insegnamento nel Nord della California. Ne aveva 64 quando finalmente realizzò il suo sogno: arrivare a Venezia, da dove i suoi erano partiti, con in mano i loro documenti, per tentare di ricostruire la loro storia. Riuscendo alla fine  a scoprire che due vecchie zie, ormai ottantenni, erano ancora vive.

L’incontro, fra abbracci e lacrime, nella casa di Venezia in cui anche sua madre, Angela Cian, era vissuta, prima di sposarsi e partire col marito Antonio Bovo per la California.

Su una parete, una delle immagini più popolari della Madonna, un dipinto riprodotto infinite volte su stampe, santini, libri sacri. “Questa è tua madre”, disse una delle zie. Suor Angela Marie annuì, pensando alla Madonna. Ma quella invece era la sua vera mamma.

Aveva undici anni, Angela Cian, quando il pittore Roberto Ferruzzi (1853-1934) nato in Dalmazia da genitori italiani l’aveva incontrata a Luvigliano (Padova) sui Colli Euganei dove viveva.

Il pittore Roberto Ferruzzi

Colpito dalla sua grazia mentre accudiva il fratellino Giovanni, le aveva chiesto di posare col bimbo in braccio, per un quadro diventato un simbolo di maternità. Il dipinto vinse la Biennale di Venezia del 1897, in origine era intitolato “La Zingarella” ma ed ebbe un tale successo popolare come immagine della madre di Gesù che lo stesso pittore lo ribattezzò “Madonnina”.

Passato più volte di mano per cifre consistenti, il quadro sarebbe andato disperso nell’oceano con una nave affondata dai tedeschi nella seconda guerra mondiale. Ma prima era stato riprodotto dai Fratelli Alinari, che fecero la sua fortuna con infinite stampe diffuse ovunque con titoli diversi.

Arrivata in California nell’anno del terremoto che distrusse San Francisco (1906), un equilibrio psichico precipitato con la morte del marito nell’anno della Grande Crisi (1929), Angela Cian non aveva raccontato a nessuno di quel quadro, dopo che i genitori l’avevano rimproverata ritenendo sconveniente che da ragazzina avesse fatto da modella.

Angela Cian col marito Antonio Bovo

Suor Angela Marie capì che nella mente sconvolta della mamma il ricordo di quel quadro non si era perso, quando vide a casa della sorella l’ultima foto scattata alla madre ricoverata. Si era alzata da una panchina in silenzio, si era coperta con un velo e davanti all’obbiettivo si era messa nella stessa posa di quel quadro.

Angela Cian nell’ultima foto scattata

Una rivelazione, una scoperta, su una mamma che non parlava una parola d’inglese. Impossibile da realizzare, in Italia, per lei che non parlava una parola d’italiano. Se non fosse stato per un colpo di fortuna. Aver trovato in un convento veneziano una giovane americana che si era appassionata alla sua ricerca aiutandola a districarsi delle una giovane americana in grado di aiutarla a districarsi nell’archivio dell’anagrafe, sino alla scoperta  delle due vecchie zie.

Quel mistero, racchiuso nell’immagine forse più popolare della Madonna, impersonata in realtà da una bambina, fu svelato grazie a una suora nata in America, che aveva scoperto d’esser figlia di quella Madonnina italiana. E a una giovane americana trapiantata a Venezia, dell’ordine delle  Suore di Carità Maria Bambina.

 fonte principale: https://ecatholic2000.com/wp/madonna-of-the-streets-by-jacqueline-galloway/