Il conte di Rudio sullo schermo, nel film di Martone sul Risorgimento!
Lucilla Giagnoni, amica di IdF e brava attrice (anche al fianco di Laura Curino in uno degli spettacoli sugli Olivetti che stanno tornando sulle scene) me l’aveva detto, ascoltando la storia di Carlo Camillo di Rudio: ma parti di questa biografia ci sono nel film di Martone!
Cosi’ nel fine settimana ho finalmente visto “Noi credevamo“, un affresco di oltre tre ore per raccontare la storia del Risorgimento vista attraverso le figure di tre personaggi minori, ai quali vengono pero’ attribuiti episodi storici realmente accaduti.
Beh, dopo esser stato sulla tomba del conte bellunese a San Francisco, l’emozione e’ stata grande, nel ritrovarlo sullo schermo. Perche’ Carlo Rudio compare tra i personaggi, visto che viene ricostruito dettagliatamente tutto l’episodio dell’attentato a Napoleone III a Parigi ordito di Felice Orsini, cui di Rudio partecipo’, scampando in extremis alla ghigliottina, cui fu invece condannato lo stesso Orsini assieme ad Andrea Pieri, che nel film e’ sostituito da un personaggio di fantasia.
A interpretare di Rudio sullo schermo (nella foto) e’ Stefano Cassetti, attore bresciano. E qui la serie di coincidenze legate alla vita del conte coincise con episodi personali si arricchisce.
Stefano infatti ha esordito al cinema con grande successo interpretando Roberto Succo, psicopatico serial killer di Mestre che divenne un’icona del male in Francia, prima di morire suicida, nell’omonimo film di Cedric Khan. I delitti di Succo furono l’ultimo caso di cui scrisse mio padre Gibo, poco prima di morire, nel 1981. Lo ricorda mio fratello Giampaolo, rievocando la figura di nostro padre nel sul bel libro “Scusate sono un timido” (Marsilio). Di cui ho scritto l’introduzione. Proprio come con “Dal Piave al Little Bighorn”, biografia di di Rudio di Cesare Marino…
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