Carlo Camillo di Rudio: un Forrest Gump dell’Ottocento il conte bellunese scampato a Little Bighorn

Carlo Camillo di Rudio

Carlo Camillo di Rudio

Un “Forrest Gump dell’Ottocento”, una biografia incredibile, dal Risorgimento all West, quella di Carlo Camillo di Rudio, bellunese sopravvissuto dopo mille avventure pure al massacro di Little Bighorn, 25 giugno 1876.

Una storia che inizia il diciotto marzo del 1848: a Milano si accese la scintilla della ribellione antiaustrica. cominciavano le celebri Cinque Giornate.
Per  Carlo Camillo di Rudio, all’epoca solo un ragazzo, fu l’inizio di una Odissea semplicemente incredibile, che lo trasformò in un Forrest Gump dell’Ottocento, dal Risorgimento italiano al Far West. Onnipresente, capace di uscire indenne da mille peripezie. Prima di emigrare in America, combattere con i nordisti nella Guerra di Secessione, entrare nel Settimo Cavalleria di Custer e… salvarsi a Little Bighorn!
Una storia avvincente, scoperta da Cesare Marino che l’ha meticolosamente ricostruita in “Dal Piave a Little Big Horn” (1996 Alessandro Tarantola editore, nuova edizione 2010 con mia prefazione). E che Italiani di Frontiera vuole ricordare, dopo aver scelto proprio Di Rudio come personaggio simbolo.
Rampollo di una nobile famiglia bellunese, nel 1848 di Rudio ha 16 anni ed è cadetto al collegio austriaco di Milano, quando la citta’ e’ sconvolta dalle Cinque Giornate.
Il destino di diventare ufficiale al servizio dell’imperatore non fa per lui. Uscendo dalla città in rivolta, con l’esercito che ripara verso Verona e il Quadrilatero, per due volte è sconvolto dalle atrocità dei soldati croati che marciano al suo fianco, che uccidono due donne italiane in stato di gravidanza. Così, nottetempo, decide col fratello di vendicare quelle violenze ammazzando uno dei due aguzzini. E passa con i patrioti.
Tarchiato, temperamento focoso, di Rudio inizia una vera Odissea risorgimentale. Dall’effimera Repubblica di Venezia con i Cacciatori delle Alpi a quella di Roma, dove conosce Mazzini, con i garibaldini.
Sfugge ai francesi attraversando a piedi tutta la Francia travestito da sacerdote. Arriva a Londra e sopravvive solo grazie alla sua tempra ad una pugnalata quasi letale di un compatriota, che lo accusa ingiustamente di essere il responsabile del tradimento di Pier Fortunato Calvi, che preparava l’insurrezione del Cadore, arrestato  impiccato. Di Rudio guarisce e a Londra  si sposa.
Ma tornato in Italia, scopre che gli austriaci lo fanno passare per una loro spia e amareggiato dalla diffidenza dei compatrioti ripiega su Parigi. Dove nel 1858 si fa coinvolgere da Felice Orsini nel fallito attentato a Napoleone III. Strage di soldati e di cavalli ma l’imperatore e’ salvo ed i congiurati vengono catturati la notte stessa. Condannato alla ghigliottina, di Rudio è già sul patibolo quando in extremis la pena gli viene commutata in ergastolo, da scontare alla Cayenna. Sembra che la moglie inglese abbia fatto intercedere per lui la stessa regina Vittoria…

Felice Orsini sul patibolo

Felice Orsini sul patibolo

Di lì, incredibilmente, riesce a fuggire dopo poco più di un anno, con un’evasione di gruppo in cui e l’unico a sopravvivere ad un’epidemia.
Tornato dalla moglie in Europa, per la sua fama di repubblicano sfegatato (la famiglia per questo verrà provata dei suoi beni) gli viene vietato di tornare nel Regno d’Italia. Allora decide di imbarcarsi per New York, dove arriva nel 1864 con in tasca una lettera di presentazione di Mazzini. C’è la Guerra Civile e si arruola nell’esercito nordista, ufficiale al  comando di un reparto di soldati di colore, un incarico che molti ufficiali nordisti consideravano un disonore.
A fine conflitto, di Rudio entra nel prestigioso Settimo Cavalleria.

George Armstrong Custer

George Armstrong Custer

George Armstrong Custer lo stima ma diffida della sua fama di aristocratico rivoluzionario del Vecchio Mondo. Sarà la sua salvezza: il 25 giugno 1876 a Little Bighorn, di Rudio non è nel gruppo di Custer, che viene sterminato, Di quel gruppo l’unico a sopravviere sarà il trombettiere mandato in extremis a chiedere rinforzi: John Martin, alias Giovanni Martini, italiano ovviamente, emigrato salernitano).

Giovanni Martini, John Martin, salernitano, trombettiere di Custer

Giovanni Martini, John Martin, salernitano, trombettiere di Custer

All’ultimo momento, Custer  ha affidato Di Rudio al reparto del comandante Reno, che su un altro fronte della battaglia, pur se decimato riuscirà a ripiegare.

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La battaglia di Little Big Horn in una ricostruzione artistica

Al conte bellunese uccidono però il cavallo e lui riesce a mettersi in salvo solo dopo un giorno e mezzo trascorso nascosto nella boscaglia, dove assiste al macabro rituale della mutilazione dei cadaveri da parte delle squaw pellerossa. Per questo sarà testimone chiave nell’inchiesta sul massacro. Ed è in quei documenti d’archivio che Cesare Marino l’ha scovato, ricostruendo la sua straordinaria storia.

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Congedato, di Rudio riuscirà a godersi finalmente la pensione, con moglie e figlie, riverito come una celebrità nella comunità italiana in California. Ma nel 1908 ai giornalisti che lo intervistano nel cinquantenario dell’attentato di Parigi, dà una notizia che ha un effetto devastante: uno dei tre che lanciarono ordigni contro Napoleone III è rimasto sconosciuto, lui all’epoca vide Felice Orsini consegnar una bomba ad un giovane Francesco Crispi, che morto nel 1901 era stato successivamente uno dei politici italiani più potenti!  Di Rudio si spegne il 1 novembre 1910.

cover di Rudio
“Charles C. DeRudio major, 7 Cavalry, November 1, 1910”, e’ scritto sulla sua lapide. Al cimitero militare sulla collinetta del Presidio, a San Francisco, a poca distanza dal Golden Gate Bridge. Su quella tomba il 1 novembre 2010 Italiani di Frontiera ha organizzato una cerimonia, nel centenario della morte del patriota bellunese, con Cesare Marino suo biografo, il console generale d’Italia a San Francisco dell’epoca, Fabrizio Marcelli, e un manipolo di preziosi amici fra i quali Franco Folini, imprenditore fra i protagonisti di IdF, Phi Pasquini fotografo eccentrico, che ha catturato con una serie di bellissime immagini la  suggestione straordinaria di quell’evento.

In una sequenza di incredibili coincidenze, fra la storia del conte e quanto accaduto a noi in quei giorni, la data è pure entrata nella storia di San Francisco, visto che quel giorno i Giants hanno rivinto le World Series di baseball dopo oltre 50 anni…

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3 Comments

  • autie on 22 Gennaio 2009

    salve;conosco un pò la storia di Carlo Rudio, il lavoro di C.Marino è esplicativo.Si sa che il 25 giugno 1876 prestò il suo binocolo al
    Ten.Col.Custer per l’osservazione del campo indiano.
    Ora, io vorrei sapere questo: detto
    binocolo era di marca austriaca
    forse un Voigtlander?
    un grazie a chi lo sa.

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