Paolo Siccardo: presto web e tv integrati, raggiungibili dappertutto

Paolo Siccardo

Paolo Siccardo

C’e’ ancora un diaframma sottile da abbattere, l’ultima barriera che la tecnologia presto superera’: quello fra sistemi televisivi e Internet, per completare una “convergenza” che vede il personal computer al centro delle comunicazioni dati, voce e video.

Sulla strada verso un mondo in cui guardare la tv, telefonare e navigare nel web sara’ tutt’uno, c’e’ ancora un obbiettivo da raggiungere: l’ubiquità, cioe’ l’accesso a un mondo di notizie e immagini interattive da qualsiasi apparecchio, anche portatile.
Su questo passo avanti, semplice per l’utente, molto complesso per chi deve integrare le soluzioni tecnologiche, ha scommesso un ingegnere savonese, Paolo Siccardo, fondatore e amministratore delegato di Digital Keystone, sede a Silicon Valley, Mountain View, non molto lontano da Google, un ufficio anche in Francia, ad Aix-en-Provence.

Siccardo, che ha parlato con Italiani di Frontiera della sua esperienza, con riflessioni su Silicon Valley e sul sistema educativo USA, spiega in questo primo post la sfida che la sua azienda sta affrontando.

INSEGUIRE L’UBIQUITA’ – Quella della convergenza e’ una visione quasi completamente realizzata, sia a livello di reti di telecomunicazioni (oggi già integrate) che a livello dei sistemi di consumo per gli utenti. In effetti non c’è più distinzione tra telefono, computer e televisore, tutti costruiti con tecnologie basate su microprocessori digitali. Oltre a quella barriera, un futuro prossimo di piattaforme integrate, da cui accedere a programmi televisivi e navigare in un tutt’uno, da qualunque schermo di casa (televisore o computer) e dagli apparecchi portatili, che rendera’ accessibile universalmente da ogni apparecchio un mondo di notizie e immagini interattive.

ECOSISTEMA PRIVO DI ATTRITI – Subito dopo la laurea in ingegneria elettronica all’Universita’ Genova nel 1986, e grazie a un generoso invito dell’Università di Stanford, il mio primo impiego è stato in una start-up di Silicon Valley. All’epoca entrare in una grande azienda in Italia avrebbe significato mettersi a rivedere documenti. Facendo carriera? Certo, eventualmente, ma lo consideravo un percorso troppo soggetto a quella forma di “attrito” invisibile che permea l’atmosfera di molte imprese italiane. In Silicon Valley si può andare avanti senza sprechi, mentre in Italia ci sono costanti conflitti che costituiscono un vero e proprio sperpero di energia. La mia definizione di Silicon Valley è un ecosistema efficiente – privo di attriti – per chi vuole fare “high-tech”. L’ecosistema consiste di quella massa critica di personale, fornitori, finanziatori, partner e concorrenti su cui fare leva per creare e crescere una nuova impresa.

EFFICIENZA FATTORE SOCIALE E CULTURALE – L’efficienza è però una questione sociale e culturale. Efficienza sociale significa in primis eliminare ogni ostacolo burocratico alla creazione di un’impresa; ridurre al minimo il costo del capitale per chi ha un’idea valida; proteggere fermamente la proprietà intellettuale, e finalmente premiare i risultati finanziari sia degli investitori che dei dipendenti.
Efficienza culturale significa incoraggiare chi corre dei rischi e non stigmatizzare gli inevitabili insuccessi. Tutti i casi “storici” di Silicon Valley (da HP ad Apple a Google) si fondano soprattutto su un ecosistema privo di attriti. È proprio questa ricetta che ho cercato di applicare anche all’interno della mia azienda, la Digital Keystone, creata dopo quindici anni di lavoro in molte società del settore che mi hanno insegnato cosa imitare e anche che cosa evitare.

Oggi la Digital Keystone ha un organico internazionale di professionisti, che progettano sistemi d’informazione con una struttura interna inusuale anche rispetto agli schemi della Silicon Valley. A partire dal principio delle porte aperte: eliminare ogni forma di attrito significa rimuovere ogni ostacolo, ogni impedimento a chiunque nell’azienda voglia discutere un’idea innovativa con chiunque altro, senza l’obbligo di seguire una scala gerarchica preordinata o di rientrare in uno schema fisso predefinito di progetto o di prodotto. Anzi, con l’aspettativa che qualunque percorso di progetto, anche non prescritto in precedenza, può essere valido se dimostra di risolvere meglio un problema.

DISORDINE CREATIVO – In base alla mia esperienza, posso dire che nel campo del progetto di alta tecnologia ci vuole una buona dose di disordine creativo per scoprire le migliori soluzioni. In Europa e specialmente in Italia i rapporti professionali all’interno delle aziende seguono canoni sostanzialmente fissi e formali. In questo modo è difficile che una buona idea possa fiorire se non è ufficialmente all’ordine del giorno. Spesso però proprio le idee migliori vengono al momento sbagliato, non quando qualcuno ti chiede di esprimerle, così senza un rapporto informale e “disordinato” tra creatività individuale e requisiti di progetto industriale non si riescono a cogliere le opportunità più valide. I meccanismi sono molto semplici: un’organizzazione piatta, aperta, che favorisca l’interazione. Un processo di definizione degli obiettivi di progetto e di sviluppo delle soluzioni tecnologiche dove ogni tecnico è reso partecipe e contribuisce in prima persona al perfezionamento dell’architettura di sistema. E naturalmente l’uso di internet e di e-mail come meccanismi efficienti di comunicazione, che aiutano a riordinare i contributi e a generare automaticamente una traccia documentata di ogni progetto. Insomma un approccio creativo che consente di sviluppare tecnologia in maniera più efficiente e anche più ordinata.

LA NOSTRA MISSIONE – Una “parola chiave” da usare è ubiquità. Noi lavoriamo in particolare sui contenuti televisivi digitali, e sulla possibilità di fornire accesso a questi contenuti ovunque. È già possibile oggi ma con molti limiti. Perché quello che puoi vedere oggi sul laptop o con il telefonino è un panorama di contenuti piuttosto limitato. Presto invece avremo accesso a qualunque tipo di informazione da qualsiasi tipo di dispositivo, qualunque schermo diventerà un portale di accesso per tutte le informazioni. Per l’utente questo significherà una generalizzazione dei servizi. Oggi ovunque nel mondo un telefonino GSM consente di comunicare con chiunque, in questo modo i consumatori si abituano rapidamente ad un accesso universale al servizio. Dietro la scena, per consentire ubiquità di accesso c’è stato un lavoro tecnologico enorme per superare differenze di sistemi e di formati. È quello che stiamo facendo con l’accesso alla televisione digitale: superare le differenze di formato e presentare questi contenuti ovunque.

BARRIERE DA ABBATTERE – La tecnologia come fattore che abbatte barriere e semplifica l’accesso all’informazione. Una delle applicazioni l’avevo realizzata anni fa iniziando a progettare prodotti per i ciechi, più precisamente per ipovedenti, persone che hanno una capacità visiva limitata, non sufficiente per attraversare la strada da soli o per leggere un documento per lavorare. La tecnologia ci ha dato una possibilità enorme, quella di utilizzare la loro capacità visiva residua: adattando informazioni più ricche a una porzione della retina, puoi superare un barriera fisica. Professionalmente riuscire a utilizzare la tecnologia per abbattere barriere di questo tipo è un lavoro che mi ha dato grandi soddisfazioni. Anche oggi aprire l’accesso alle immagini e ai contenuti video, superare barriere, è quello che facciamo qui in azienda. Lavorando ad abbattere il diaframma che ancora separa da una parte il PC e l’elettronica di consumo e dall’altra le reti di trasmissione TV digitale, via cavo o satellite, che utilizzano tecnologie e sistemi di controllo molto diversi.

CAMBIERA LA QUOTIDIANITA’ – L’idea è di collegare questi due mondi efficientemente, in modo da poter vedere una partita di calcio sul computer, in alta definizione, anche se lo standard TV e quelli dei PC sono molto differenti. La tecnologia permetterà di accedere a contenuti ricchi indipendentemente dalla piattaforma. Aprendo anche il problema dei diritti legali che controllano l’accesso a questi contenuti. E alla fine non sarà tutto gratuito, perché produrre questi contenuti costa molto e chi ha investito deve avere un ritorno. Il collegamento tra TV e internet oggi assomiglia un po’ a come i radioamatori comunicavano fino agli anni Settanta. Quel modo di comunicare è stato superato dall’ubiquità del telefonino… sono barriere in caduta rapida. Ed è difficile prevedere come e quanto l’ubiquità di accesso potrà cambiare i comportamenti quotidiani anche nelle case, dove già ora una cosa che sino a qualche anno fa non era mai esistita, come Internet, sta modificando quotidianamente abitudini e modi di vivere.

2 Comments

  • Paolo on 29 Maggio 2008

    Paolo ha ospitato il Silicon valley Study Tour sin dal 2005 e per tre edizioni. Proprio nel 2005 mi ha chiesto ” C’è qualche bravo ingegnere informatico nel tuo gruppo…se ligure ancora meglio, sono l’unico italiano e ligure in DK!” in realtà ce n’erano tre, i colleghi di Paolo Siccardo hanno fatto colloqui “tosti” ai tre futuri ingegneri- by chance tutti e tre liguri!- Claudio Capuzzo l’ha spuntata. Scelto da DK è tornato in Italia, si è smazzato da solo per trovare un docente relatore della tesi che DK proponeva e per fare i complicati Visti per gli USA. A metà 2006, fatto tutto, è partito per Mountain View dove ha sviluppato fino al febbraio 2007 la tesi della Laurea Magistrale in Ingegneria Informatica. E’ bravo il Claudio, ha convinto DK, e, tornato a Genova, si è laureato brillantemente e dallo scorso settembre è assunto a Digital Keystone a Aix en Provence. Come dire i nostri giovani continuano a essere bravi e flessibili…Paolo magari quest’estate te ne portiamo altri…per aumentare la tua squadra “tricolore”

  • MBITA on 10 Giugno 2009

    California Industry Cluster Tours

    La Monterey Bay International Trade Association (MBITA) invita delegazioni internazionali di dirigenti aziendali, gruppi di ricerca e studenti in percorso di formazione a partecipare agli Industry Cluster Tours in California.

    I tours includono quattro clusters regionali, con interessi diversi a seconda delle vostre necessita’, che siano la ricerca di un nuovo partner commerciale, la conoscenza di esperti nel business californiano, nella cultura scientifica e finanziaria degli investimenti, o l’analisi dei modi in cui le istituzioni scolastico-educative californiane interagiscono con i loro partners nel settore privato.

    Leggi l'articolo sul Silicon Valley tour di una delegazione bolognese 'MBITA Business Cluster Service Hosts COFIMP in Silicon Valley' all'indirizzo web http://www.mbita.org/news/n_147/index.html#7

    Per maggiori informazioni sugli 'Industry Cluster Tours': http://www.mbita.org/services/California_Industry_Cluster_Tours.pdf

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