Machiavelli, Olivetti, Montessori e la modernità… mi tocca dar ragione a Ostellino!
Aiutooo! Qualcosa di grave mi sta succedendo.
Dopo aver apprezzato una battuta di Vittorio Feltri (chi l’avrebbe mai detto?) sull’insopportabile volgarità di Lucianina Litizzetto… per la prima volta concordo pure con Piero Ostellino, principe della chiacchiera dotta, uno che ha sempre evitato le notizie (è stato “solo” che direttore, al Corriere) e ora pontifica costantemente sullo stesso quotidiano, sempre in nome del liberalismo.
Solo che questa sua recente riflessione mi ha colpito, perché coincide con una parte del percorso di Italiani di Frontiera, che spiega ad esempio perché grandi maestri capaci di pensare il futuro, come Adriano Olivetti e Maria Montessori, siano stati così emarginati in patria. E cioè, che a frenare l’Italia sulla strada della modernità siano coincidenze fra pensiero cattolico e comunista, con una serie di stereotipi consolidati e ancora diffusi, nella società non solo nella classe politica, che ormai fanno a pugni con la realtà.
Italiani di Frontiera osserva come Adriano Olivetti e Maria Montessori fossero appunto “Out of the Box” rispetto a questi stereotipi. Ostellino traccia un percorso simile ma parte dall’emarginazione in Italia di Niccolò Machiavelli, pioniere del pensiero politico moderno.
“Perché nei nostri licei e nelle nostre università non si studiano, non si analizzano e, spesso, manco si leggono le opere di Machiavelli? Perché molti italiani neppure sanno chi egli è stato per il pensiero politico della Modernità?…La risposta sta, forse, nel fatto che, in Italia, fra la prassi religiosa e morale della Chiesa della Controriforma che, se necessario, indulge volentieri al realismo, ma evita contemporaneamente di parlarne, e la prassi politica e moralistica del comunismo, ambiguamente oscillante fra parlamentarismo praticato e rivoluzionarismo promesso, ci sono state più affinità e coincidenze di quanto si creda. Il realismo di Machiavelli era in contraddizione sia con l’utopismo marxiano, sia con la togliattiana doppiezza politica del Pci; oggi, lo è anche rispetto al trasformismo dei suoi eredi”.
A dire il vero nelle scuole si studia eccome Machiavelli. Ma è quella tradizione di pragmatico realismo che sembra esser stata emarginata dalla politica ma forse pure dalla società, afflitta da un eccesso di ideologismo litigioso che spesso si accontenta di affermare se stesso, meglio se contrapponendosi agli altri. E di difendere il consenso attorno a quell’identità. Risolvere i problemi (Problem Solving)? No non è la cosa più importante…
Qui l’editoriale di Ostellino sul Corriere della Sera: Il diritto al lavoro per legge, l’illusione che fa male agli italiani.