Massimo Banzi torna in Brianza dopo l’evento 2013 con IdF nel “suo” ITI Fermi a Desio
Essere nato a Monza gli ha lasciato un imprinting, nel contatto con tanti piccoli imprenditori e artigiani che gli ha insegnato a considerare l’imprenditoria una possibile carriera. Aver visto come funzionano fabbriche e aziende locali è stato spunto prezioso, per capire poi, anche con alcuni progetti Arduino che c’erano dei mercati per quei progetti. Ma altrettanto importante è stato andare poi via, all’estero, il modo migliore per mettere a frutto in altri contesti l’esperienza del luogo da cui si proviene… Cofondatore di Arduino, Massimo Banzi, star internazionale dell’hi tech è tornato nella sua Monza, spiegando in questa bella videointervista di Roldano Radaelli per Corriere.it (Dalla Casa Bianca alla Villa Reale di Monza) che dal mondo dei maker, di cui è principale testimonial, vengono spunti preziosi per rilanciare l’economia tradizionale. Perché spesso aziende create dai maker riescono a dare linfa vitale ad aziende consolidate che però hanno bisogno di reinventarsi con vedute nuove. E in Brianza il contesto ideale è ovviamente l’industria del legno, del mobile, della casa che sta passando attraverso grandi innovazioni con Internet delle Cose… Molto in linea con la strategia dei preziosi partner di IdF, l’agenzia di Social & Innovation Sharazad. Beh forse Italiani di Frontiera ha avuto un piccolo ruolo in questo ritorno alle origini di Massimo Banzi, organizzando “Massimo Banzi all’ITI Fermi Desio“, il bellissimo evento 2013 che lo ha visto protagonista nella sua scuola, dove ha risvegliato un autentico vulcano di idee e progetti di studenti ma anche di professori, collegati a Arduino e arrivati poi sulla passerella del Maker Faire a Roma.
A questo serve IdF: innescare e ispirare con storie e percorsi anomali tanti italiani di talento che poi finiscono col percorrere strade nuove…